Prigioniero: scappando con uno scooter sulla spiaggia
Racconti

Prigioniero

Questo spiacevole ma stimolante episiodio mi è capitato durante il mio soggiorno a Cuba. Siete interessati a sapere di più riguardo il contorno di questo racconto? Vi invito a leggere: Cuba dietro le quinte. Si tratta di un resoconto di luoghi, esperienze e persone che ho incontrato passeggiando per Cuba.

Perchè questo racconto?

Non molto tempo fa, mi sono trovato a parlare della mia esperienza cubana con un amico che aveva visitato l’isola qualche mese prima di me. Durante il suo tour si è trovato a soggiornare anche lui in un villaggio a Varadero. La prima cosa che mi ha detto riguardo la sua esperienza è stata: “Ci siamo sentiti come prigionieri!“.

Al ché ho iniziato a raccontargli la mia storia.

Dove siamo

Ci troviamo su un’isoletta a sud di Cuba l’ultima settimana di Settembre 2018. Trascorsi i primi giorni tra L’Avana e la stupenda Vinales, su consiglio di alcuni amici subacquei, decido di recarmi a Cayo Largo del Sur per un’immersione a detta di tutti indimenticabile.

Atterrato

Decollo dall’aeroporto di Playa Baracoa e, una volta atterrato in questo piccolo angolo di paradiso, in aeroporto vengo fatto salire su un furgoncino. Destinazione: Hotel Pelicano.

Arrivato al villaggio poso i miei bagagli in camera e mi fiondo sul buffet della colazione per mettere subito alla prova questa formula All-Inclusive. Terminata la mia colazione vado in camera e mi preparo per andare a prenotare la mia immersione per il pomeriggio. Infradito, asciugamano, uno zainetto contenente la mia attrezzatura da sub e alle 8:30 ero già pronto per iniziare la mia giornata.

Esco dalla camera e mi dirigo alla reception con un foglietto datomi da un ragazzo conosciuto a L’Avana.

Pronti per l’immersione

In reception chiedo gentilmente se fosse possibile chiamare un taxi e fare una telefonata al numero riportato sul mio foglietto per confermare un’immersione già prenotata.

Senza aspettare la risposta del ragazzo alla reception, alla parola “buceo” compare una ragazza cubana. Era un’animatrice del tour operator Cuba Tour. Ferma la mia richiesta sul nascere e mi dice, con fare molto scortese: “Dove vorresti andare? Organizziamo noi le escursioni!”.

In tutta tranquillità, le spiego di essere arrivato in quel villaggio perché un ragazzo conosciuto a L’Avana. Quel ragazzo si era premurato di lasciarmi tutti i contatti necessari e aveva prenotato per me un’immersione presso il Diving Marina Cayo Largo.

La ragazza, sempre più scortese ribadisce il concetto che non sarebbe stato possibile uscire dal villaggio da soli e che avrei dovuto pagare l’immersione a loro. Il costo dell’immersione concordato era di 40 CUC (circa 40€) prenotando direttamente. Al ché, stufo di discutere chiedo se fosse possibile prenotare l’immersione tramite loro. Peccato che così il costo arrivasse ad 80 CUC.

Guardo il signore in reception, aveva un’aria mortificata ma non è potuto intervenire. Mi giro e vado in camera a posare la mia attrezzatura. Non male per le mie prime due ore sull’isola.

La prima fuga

Rientrato in camera do uno sguardo veloce su Maps.me, indosso le mie scarpe da ginnastica e mi dirigo verso la reception per raggiungere a piedi il diving. Appena giunto in reception la stessa ragazza mi ferma e mi dice che non posso uscire da solo perché è pericoloso.

Le sorrido e mi dirigo verso la spiaggia. Dalla spiaggia entro nel villaggio adiacente e da li riprendo la strada principale in direzione Marina di Cayo Largo.

La mia prima fuga mi è costata 5km a piedi sotto il sole ma è ben riuscita. Sono arrivato al diving e mi sono accordato con le guide per un’immersione l’indomani, al mattino presto. 🙂

Uscito dal diving fermo un camioncino e mi faccio dare un passaggio fino al villaggio. Ne pressi del villaggio, dico al buon samaritano di lasciarmi per strada per non causargli problemi con le persone dell’hotel. Scendo dove nessuno potesse vedermi e rientro passando dalla reception sotto gli occhi increduli della solita carceriera.

La mia prima giornata è poi continuata abbuffandomi e rosolandomi al sole tra il bar e la spiaggia.

Finalmente mi immergo

Il mattino successivo, solito rito, colazione molto leggera e corro a prendere le mia attrezzatura.

Quella mattina in realtà qualcosa di diverso è accaduto, durante la colazione ho incrociato uno dei ragazzi del diving. Abbiamo scambiato due parole riguardo il mio grado di esperienza e mi ha rassicurato sulle perfette condizioni del mare di quei giorni.

Carico di entusiasmo e con la mia attrezzatura in spalla mi dirigo verso la reception dove ci sono i ragazzi del diving che mi aspettano in compagnia però della solita aguzzina. Proprio li, lo stesso ragazzo con la quale avevo parlato durante la colazione, mi si avvicina e mi comunica che l’immersione è stata cancellata per le cattive condizioni del mare.

Cosa fare davanti a tanta falsità?

Si scappa di nuovo

Non avendo voglia ne di discutere ne di arrabbiarmi, torno in camera deluso da questo sistema malavitoso mal riuscito e mi preparo per una seconda camminata. Scarpe da ginnastica ben allacciate, kit da spiaggia, maschera e boccaglio.

Una volta pronto, mi incammino verso la spiaggia, passo dal magazzino dei cibi e sbuco sulla strada del villaggio adiacente. Li affitto uno scooter e inizio a girare l’isola.

Mi dirigo verso est, ma trovo strade sempre più desolate e villaggi abbandonati. Giro il motorino e guido fino alla Marina di Cayo Largo per vedere se fosse possibile eludere il tour operator. Fallito anche questo tentativo, riprendo il mio motorino alla volta di Playa Paraiso e Playa Sirena.

La rivincita

In sella alla mia belva, su una strada degna della Parigi-Dakar, dopo mille traversi e curve spondate sulla sabbia arrivo a Playa Sirena. Era tutto talmente calmo che mi veniva da pensare di essere l’unica forma di vita nei paraggi. Parcheggio il mio motorino e inizio a perdermi tra le bianche dune di quella magnifica spiaggia.

Proprio qui, in quest’atmosfera paradisiaca, inizia ad emergere la mia rivincita. Camminando, vedo spuntare, dietro le palme, un chioschetto. Li erano esposte alcune canoe e un catamarano. Non tengo a freno la mia curiosità e mi avvicino al ragazzo del chioschetto e chiedo informazioni: “Quanto costa affittare il catamarano?“.

Il ragazzo ingenuamente: “Se sei venuto qui tramite il tour operator è tutto gratuito. L’unico limite è che il catamarano non puoi guidarlo da solo, deve venire il mio collega con te.“.

La mia rivincita era servita su un piatto d’argento. Confermo di essere arrivato sull’isola con Cuba Tour mentre mi gusto la mia gita in barca.

Grazie a questi due ragazzi la mia sosta a Cayo Largo non è stata totalmente rovinata. Le loro indicazioni sono state fondamentali per poter sfruttare maschera e boccaglio, mentre solcare il Mare Caraibico a bordo di quel catamarano è stata un’esperienza degna di Jack Sparrow!

Lieto fine

Dopo questa giornata di libertà ho deciso di tornare volontariamente alle mie prigioni per concludere il mio soggiorno.

L’ultimo giorno, le ragazze del tour operator erano molto scocciate per il fatto che io non avessi contribuito al pagamento dei loro stipendi. Capendo che non avrei mollato neanche un CUC a Cuba Tour, senza dirmi nulla, l’avida operatrice cede e mi fa raggiungere dai ragazzi del diving per organizzare la mia tanto bramata immersione alla cifra per soli 40 CUC. Avevo già terminato un’abbondante colazione ed ero in spiaggia intento a orientare la mia sdraio per ottimizzare l’angolo d’incidenza dei raggi solari sulla mia abbronzatura.

Ad un tratto sento dietro di me sento: “Bucear hoy?”. Mi giro e mi trovo davanti il ragazzo del diving. Sorridendo gli dico che avrei preso l’aereo nel tardo pomeriggio e che non mi sarei potuto immergere per evitare l’insorgere di MDD. Ho cercato di spiegarglielo in tutti i modi, ma nulla. Ha insistito affermando che per loro, il problema non esisteva e che mi sarei potuto immergere. Dopo 10 minuti abbondanti di parole vane, capisce che non avrei ceduto e si allontana sbraitando.

Sono andato in contro ad alti e bassi, posso però ritenermi generalmente soddisfatto per questa mia esperienza. Dovessi tornare a Cuba credo che visiterei l’Isola della Gioventù piuttosto che Cayo Largo, ci sono ottimi spot per le immersioni e si è molto più liberi di muoversi.

Vai al racconto di viaggio: Cuba, dietro le quinte.