Theodor ATW Subacquea
Sport

La Subacquea

E la paura dell’acqua

L’acqua non è mai stato il mio habitat naturale. In seguito a un incidente in piscina, sono sempre stato molto cauto con tutti gli sport acquatici. O meglio, ho provato un po’ di tutto, dalla canoa, la barca a vela, al wakeboard, ma non ho mai affrontato nessuno di questi sport senza prima effettuare un’attenta analisi dei rischi.

Forse proprio spinto da questo costante senso di insicurezza, ho perfezionato le mie capacità natatorie. Una volta acquisita la completa padronanza di quell’ambiente mi sono accorto che in realtà, più che l’acqua in se, mi inquietava l’idea di nuotare nel blu dei mari o nei laghi, senza sapere cosa si potesse nascondere in quel mondo sommerso.

Recentemente, parlando della mia esperienza da sub con un noto nuotatore olimpionico degli anni ’60, ho scoperto che anche lui aveva la mia stessa fobia. A tal proposito mi disse, scherzosamente: “Forse, era proprio quella la motivazione che mi faceva nuotare più veloce di tutti!” 😀

Cosa centrano le mie fobie con la subacquea?

Perchè iniziare?

Posso certamente dire che la prima motivazione che mi ha spinto a esplorare questa nuova realtà è stata la paura. Il mio approccio ai problemi, mi ha fatto pensare che l’unico modo che avevo per superare le mie paure verso l’abisso fosse, esplorarlo. Solo dopo averne scandagliando i fondali e osservato le forme di vita che li abitano, avrei potuto prendere una decisione definitiva: dentro o fuori!

La seconda motivazione è nata dal mio viaggio a Rangiroa. L’impossibilità di immergermi in quelle acque uniche al mondo, ha incendiato la mia voglia di superare la mia paura. Li sono rimasto talmente strabiliato da quello che ho potuto osservare con maschera e boccaglio che mi sono ripromesso di tornarci una volta brevettato.

Le prime due erano più che sufficienti per iniziare ma, come si dice in questi casi: “L’appetito vien mangiando!“.

Per esempio la terza motivazione l’ho scoperta casualmente in un periodo molto stressante della mia vita. La subacquea richiede molta concentrazione, non si ha tempo per pensare ad altro, cosi…

Immergendomi, ho scoperto che le preoccupazioni restano a galla!

Quando parliamo di subacquei, tutti quanti abbiamo in mente quegli omini che, con bombole, maschera e pinne, scandagliano i fondali dei mari.

 

Di cosa si parla?

Il termine subacquea, in italiano, ha però un significato molto ampio di quanto descritto sopra. Comprende tutte le attività sottomarine, indipendentemente dalle modalità e dai luoghi di immersione. L’oggetto del mio articolo è quel particolare tipo di immersione che colleghiamo all’immagine del subacqueo e che tecnicamente viene chiamata, sistema ARA.

ARA è un acronimo che significa AutoRespiratore ad Aria. Si tratta di un sistema composto da alcuni elementi di base e altri opzionali, a seconda delle condizioni dell’immersione. In inglese viene anche chiamato SCUBA (Self Contained Underwater Breathing Apparatus).

I componenti necessari per questa tipologia di attività sono:

  • bombole, sono il luogo fisico dove viene stoccata la miscela respiratoria che permette al subacqueo sopravvivere sott’acqua
  • erogatore, è un complesso sistema composto da diversi componenti che permettono al subacqueo di respirare la miscela contenuta nelle bombole alla pressione adeguata.
  • manometro, serve per controllare la rimanenza di riserva presente nella bombola. Il manometro indica la pressione interna della bombola, valore direttamente proporzionale alla quantità di miscela respiratoria residua.
  • GAV, significa Giubbotto ad Assetto Variabile, conosciuto anche come Jacket. Ha la forma di un gilè ed è composto da una sacca gonfiabile. Può essere gonfiata grazie ai gas in pressione nella bombola oppure sgonfiata. Tramite queste operazioni offre la possibilità di regolare la discesa in profondità o la risalita salita in superficie del sub.

Oltre a questi componenti di base ci sono infinite possibilità per variare la propria attrezzatura: mute umide, stagne, semistagne, jacket tecnici, bi-bombola, luminarie varie, telecamere, coltelli, pedagno, boe di segnalazione, ecc…

Se volete saperne di più, vi verrà insegnato questo e molto altro in qualsiasi corso. Qui trovate l’elenco delle maggiori didattiche a me conosciute: scuole.

Didattiche

Per poter effettuare immersioni è necessario ottenere un brevetto. Il conseguimento di questo brevetto prevede un corso teorico e pratico e, in alcune didattiche, un periodo di preparazione fisica. Una volta superato l’esame finale si viene abilitati al primo livello di subacquea con alcune limitazioni. Da qui le strade diventano molteplici.

Se ti trovi in vacanza e non resisti alla tentazione, esiste una scorciatoia, chiamata il battesimo del mare. Molti diving permettono di immergersi, fino a 5 metri di profondità, accompagnati da un istruttore che resterà sempre al vostro fianco.

Tornando invece alle didattiche, le scuole più conosciute e abilitate al rilascio di brevetti sono:

Riguardo le scuole da anni è in corso una guerra di marketing, quindi non vi dirò qual è quella che ho scelto per conseguire il mio brevetto per non influenzare la vostra scelta.

Per me, la ragione principale che mi ha spinto a scegliere la scuola è stata la posizione. Questo mi ha permesso di immergermi tre o quattro volte a settimana per circa due anni, fino al conseguimento del mio brevetto 4° Livello secondo la norma ISO oppure chiamato anche Advanced Open Water, Seconda stella, ecc… a seconda della didattica.

Per saperne di più riguardo le diverse tipologie di brevetto, le trovate tutte specificate nella norma ISO 24801.

Costi

Riguardo i brevetti, i prezzi che vengono applicati dalle varie scuole dovrebbero essere più o meno allineati in tutto il mondo. Per un primo livello bisogna prepararsi a spendere circa 350€.

L’attrezzatura di base in genere viene fornita dalle scuole nel periodo del corso. Per un primo approccio, consiglio di controllare i vari mercatini online. Quando ho iniziato il corso per il secondo brevetto, ho deciso di attrezzarmi e sono riuscito a comprare tutto il necessario con poco più di 600€: erogatori, jacket, pinne, calzari, computer, maschera e un importantissimo borsone. Il borsone sarà sempre un importante compagno di viaggio.

I costi delle immersioni variano ovviamente in base al tipo di approccio al luogo di immersione (a nuoto dalla riva o in barca), in base alla località e alla stagione. Molti diving applicano prezzi forfettari per immersioni consecutive, fine settimana o vacanze intere. L’immersione singola per sub di primo e secondo livello in genere varia tra i 20€ e 100€ comprensivi di bombole.

 

Immersioni

Da quando mi sono brevettato ho effettuato circa 200 immersioni, molte delle quali nei laghi. Molti denigrano l’ambiente lacustre per le immersioni, anche se in realtà è molto formativo, economico e mette a dura prova il nostro fisico.

Questi sono alcuni dei diving che mi sento di consigliare:

Cuba:

Italia:

Madeira:

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#Underwater #friend 🐟

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