{"id":2343,"date":"2024-07-25T12:08:45","date_gmt":"2024-07-25T12:08:45","guid":{"rendered":"https:\/\/www.theodoratw.com\/?p=2343"},"modified":"2024-07-30T05:15:51","modified_gmt":"2024-07-30T05:15:51","slug":"ri-ciclo-la-storia-di-un-rottame-a-berlino","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.theodoratw.com\/it\/articoli-it\/racconti-it\/2024\/07\/ri-ciclo-la-storia-di-un-rottame-a-berlino\/","title":{"rendered":"Ri-Ciclo – La storia di un rottame a Berlino"},"content":{"rendered":"\n<p>Chi si \u00e8 ormai ambientato con gli usi e costumi della Germania non ci far\u00e0 pi\u00f9 caso, chi si trova in Germania come turista per pochi giorni l’anno potrebbe essere indignato da questa strana usanza. Ovviamente, per chi in Germania ci \u00e8 nato, quanto sto raccontando in queste righe iniziali \u00e8 la normalit\u00e0 e probabilmente sorrider\u00e0 nel leggere quanta arretratezza porto nella mia testa.<\/p>\n\n\n\n<h2 class=\"wp-block-heading\">Di cosa parlo? <\/h2>\n\n\n\n<p>Parlo dell’uso comune, qui in Germania, di lasciare gli oggetti che non si utilizzano pi\u00f9 sul marciapiede sotto casa. <\/p>\n\n\n\n<div class=\"wp-block-columns is-layout-flex wp-container-core-columns-is-layout-1 wp-block-columns-is-layout-flex\">\n<div class=\"wp-block-column is-layout-flow wp-block-column-is-layout-flow\">\n<p>La prima volta che ho visto sedie, tavoli, monitor e altri oggetti abbandonati sotto le case mi sono stupito di come le persone potessero essere cos\u00ec sfacciate da lasciare della spazzatura sotto casa. Con il tempo ho capito che questa \u201cbarbara\u201d abitudine in realt\u00e0 \u00e8 un’usanza molto intelligente ed eco-compatibile. Se una cosa non mi serve pi\u00f9, \u00e8 in buono stato, e ritengo che possa essere utile a qualcuno, invece di portarla in discarica, la lascio sotto casa. In qualche caso ho visto anche visto dei cumuli di oggetti con un bigliettino sopra: “Prendi pure tutto quello che ti serve!”. Mentre scrivo questo articolo mi sono imbattuto in un parco dove addirittura vendono lasciate delle ceste con oggetti separati per tipologia e chiunque pu\u00f2 andare e prendere qualcosa.<\/p>\n\n\n\n<p>In Italia, nel bene e nel male, l’immagine di s\u00e9 che una persona mostra verso il vicino di casa, \u00e8, ad oggi, ancora molto importante. Soprattutto nei paesini dove nessuno si sognerebbe di rovistare tra l’immondizia altrui, per evitare di essere etichettato come l’accattone o il “poveraccio” che non ha i soldi per comprare ci\u00f2 che gli serve. Ecco, in questa storia io sono un “poveraccio” per caso.<\/p>\n<\/div>\n\n\n\n<div class=\"wp-block-column is-layout-flow wp-block-column-is-layout-flow\">\n<figure class=\"wp-block-image size-large\"><img loading=\"lazy\" decoding=\"async\" width=\"768\" height=\"1024\" src=\"https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/photo-output-768x1024.jpg\" alt=\"\" class=\"wp-image-2428\" srcset=\"https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/photo-output-768x1024.jpg 768w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/photo-output-225x300.jpg 225w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/photo-output-1152x1536.jpg 1152w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/photo-output-1140x1520.jpg 1140w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/photo-output.jpg 1500w\" sizes=\"auto, (max-width: 768px) 100vw, 768px\" \/><\/figure>\n<\/div>\n<\/div>\n\n\n\n<h2 class=\"wp-block-heading\">Il richiamo dell\u2019immondizia<\/h2>\n\n\n\n<p>Il 1 Settembre 2023 mentre stavo passeggiando per Mitte, a Berlino, mi sono imbattuto in uno di questi cumuli di oggetti in disuso lasciati sul marciapiede. Subito non prestai molta attenzione a quel mucchio di mobili rotti, materassi e altre scartoffie accatastate. Questa volta per\u00f2 il mio sguardo venne catturato da uno scintillio ai limiti del mio campo visivo. Sembravano delle cromature. Aguzzo il mio sguardo per capire, e mi rendo conto che quello sberlucciare arrivava da una bicicletta. Il telaio era blu, ormai maculato per la ruggine che stava mangiando la vernice. Era proprio buttata li, tra tante altre cose che avevano gi\u00e0 esaurito il loro ciclo di vita da qualche anno ed erano probabilmente state dimenticate in una cantina prima di essere state trasferite sulla strada. Quella bicicletta per\u00f2 non aveva ancora esaurito il suo ciclo di vita e mi stava chiamando con quel barlume di energia rimasta, continuando a brillare, senza badare al contesto sporco e rovinato dal tempo.<\/p>\n\n\n\n<p>Curioso come sempre, mi avvicino per scrutarla meglio. Il manubrio e il canotto della sella erano i colpevoli di quello scintillare, erano malconci ma sentivo che mi chiamavano. Dalla forma del manubrio capisco che si tratta di una bici da strada. Dalla mancanza della sella capisco che non ci sarei saltato sopra per pedalare fino a casa (LOL).<\/p>\n\n\n\n<p>Mi guardo intorno e provo a capire se ci fosse il proprietario nei dintorni, volevo evitare di passare da accattone e ladro. A pochi metri c’era un signore vestito da muratore e indaffarato a spostare del materiale edile, mi avvicino e cerco di fargli capire che ero interessato alla bicicletta, indicandola. Il signore mi guarda con aria divertita e mi risponde qualcosa che subito non capisco. Dopo qualche tentativo, mi fa capire che la bicicletta \u00e8 li perch\u00e8 \u00e8 stata buttata via. Lo ringrazio, torno vicino alla bicicletta e provo vedere se posso portarla a casa.<\/p>\n\n\n\n<div class=\"wp-block-columns is-layout-flex wp-container-core-columns-is-layout-2 wp-block-columns-is-layout-flex\">\n<div class=\"wp-block-column is-layout-flow wp-block-column-is-layout-flow\" style=\"flex-basis:33.33%\">\n<figure class=\"wp-block-image size-large\"><img loading=\"lazy\" decoding=\"async\" width=\"736\" height=\"1024\" src=\"https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20230923-deragliatore_rotto-2-736x1024.jpg\" alt=\"\" class=\"wp-image-2365\" srcset=\"https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20230923-deragliatore_rotto-2-736x1024.jpg 736w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20230923-deragliatore_rotto-2-216x300.jpg 216w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20230923-deragliatore_rotto-2-768x1069.jpg 768w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20230923-deragliatore_rotto-2-1104x1536.jpg 1104w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20230923-deragliatore_rotto-2-1140x1586.jpg 1140w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20230923-deragliatore_rotto-2.jpg 1380w\" sizes=\"auto, (max-width: 736px) 100vw, 736px\" \/><\/figure>\n<\/div>\n\n\n\n<div class=\"wp-block-column is-layout-flow wp-block-column-is-layout-flow\" style=\"flex-basis:66.66%\">\n<p>La afferro prendendola dalla pipetta del manubrio e provo a spostarla in avanti. Le ruote girano, ma patiscono l’assenza di qualche raggio, e girando toccano il telaio. I copertoni sono una striscia piatta di gomma secca e tela che non era pi\u00f9 in grado di riparare i cerchioni dalle asperit\u00e0 del terreno. I freni erano rotti, una leva era del tutto assente e i cavi strappati. Nella parte bassa del telaio si vedeva un groviglio di ferri vecchi arrugginiti. Nel groviglio si distinguevano a mala pena una catena arrugginita, un deragliatore spezzato, piegato e incastrato tra catena, corona e pedivella destra. Convinto di aver trovato un ottimo candidato da trasformare nella mia prima bici a singola velocit\u00e0 o a scatto fisso, mi incammino verso casa, continuando a tenerla con la mia mano destra.<\/p>\n<\/div>\n<\/div>\n\n\n\n<h2 class=\"wp-block-heading\">Una prima diagnosi<\/h2>\n\n\n\n<div class=\"wp-block-columns is-layout-flex wp-container-core-columns-is-layout-3 wp-block-columns-is-layout-flex\">\n<div class=\"wp-block-column is-layout-flow wp-block-column-is-layout-flow\" style=\"flex-basis:66.66%\">\n<p>Prima di riporla in cantina in attesa di trovare del tempo per poterla sistemare, la appoggio a un muro per osservarla meglio e fare un elenco di pezzi fondamentali per poterla rimettere in pista. La mia logica predominante durante questa analisi fu: massimo risultato con il minimo dello sforzo. Sarebbe diventata la mia bici da tutti i giorni dopo tutto.<\/p>\n\n\n\n<p>Nell’elenco comparivano: sella, nastro manubrio, due copertoni e camere, due leve freno complete di supporto, cavi e guaine per freni e per il cambio. La trasmissione era messa male ma avrei rimosso cambio e deragliatore nell’ottica di spendere il meno possibile per ripararla.<\/p>\n<\/div>\n\n\n\n<div class=\"wp-block-column is-layout-flow wp-block-column-is-layout-flow\" style=\"flex-basis:33.33%\">\n<figure class=\"wp-block-gallery has-nested-images columns-default is-cropped wp-block-gallery-1 is-layout-flex wp-block-gallery-is-layout-flex\">\n<figure class=\"wp-block-image size-large is-style-default\"><img loading=\"lazy\" decoding=\"async\" width=\"736\" height=\"1024\" src=\"https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20230901-bici_trovata-736x1024.jpg\" alt=\"\" class=\"wp-image-2399\" srcset=\"https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20230901-bici_trovata-736x1024.jpg 736w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20230901-bici_trovata-216x300.jpg 216w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20230901-bici_trovata-768x1069.jpg 768w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20230901-bici_trovata-1104x1536.jpg 1104w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20230901-bici_trovata-1140x1586.jpg 1140w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20230901-bici_trovata.jpg 1380w\" sizes=\"auto, (max-width: 736px) 100vw, 736px\" \/><\/figure>\n<\/figure>\n<\/div>\n<\/div>\n\n\n\n<h2 class=\"wp-block-heading\">Alla ricerca del sellino perduto<\/h2>\n\n\n\n<p>Esattamente 23 giorni dopo il ritrovamento, trovo il modo per uscire un po’prima dall’ufficio e correre alla ricerca di un negozio di bici disposto a vendere dei ricambi per un rottame come quello. Quale direzione prendere? Senza indugio apro la mappa e cerco i vari negozi di bici sparsi per il quartiere Kreuzberg. Ne individuo 3 e li visito tutti di corsa uno dopo l’altro.<\/p>\n\n\n\n<p>Nel primo negozio trovo i copertoni e le camere d’aria, nel secondo trovo una sella della Brooks vecchia di 100 anni, tutta sporca, secca, impolverata e con il logo Brooks mezzo incollato per compensare il rivetto saltato. In questi primi due negozi ho perennemente la sensazione di essere fregato, mi dicono dei prezzi che poi rialzano una volta giunti alla cassa e dicendo che si sono sbagliati. In entrambi i casi alla fine propongo io un prezzo e accettano. Il terzo negozio si chiama <strong>Bike Shop Club Velo<\/strong> (lo trovate <a href=\"https:\/\/www.google.com\/maps\/place\/Bike+Shop+Club+Velo\/@52.4905905,13.3955474,14.05z\/data=!3m1!5s0x47a84fd802a2b84d:0xa81db9106240efbd!4m6!3m5!1s0x47a84fd7f781c021:0x2a4bc15a210d20a7!8m2!3d52.490178!4d13.3924252!16s%2Fg%2F1hdzmt9bz?entry=ttu\" target=\"_blank\" rel=\"noreferrer noopener\">qui su Google Maps<\/a>, non mi paga per questa pubblicit\u00e0, scrivo di lui per ringraziarlo per essersi dimostrato una persona buona e generosa), scendo le scale che mi portano nel seminterrato che ospita questa piccola officina colma di pezzi di storia e trovo un signore Turco infinitamente gentile. Chiedo se ha delle leve dei freni complete per una bici da corsa degli anni ’70, le guaine e i cavi del cambio. Mi guarda con aria incuriosita e mi fa notare che avrei anche avuto bisogno dei capicorda per i cavi e per le guaine. Apre qualche scatola per cercare le leve dei freni, ne seleziona 4 coppie e me ne fa scegliere una. Stessa cosa con i cavi del cambio e dei freni. Poi apre due scatoline di plastica e tira fuori i capicorda, mi guarda, mi sorride e mi dice: “Dies ist ein Geschenk f\u00fcr dich!”. Mentre lo ringrazio si incammina verso il registratore di cassa e batte 15 \u20ac. Io un po\u2019 incredulo lo guardo chiedendo se avesse segnato tutto. \u201cJa!\u201d, mi conferma lui porgendomi lo scontrino con gentilezza. Apro il mio porta carte, prendo prendo una banconota da 20\u20ac e una da 5\u20ac e gliele metto in mano. Un po\u2019 in imbarazzo mi ringrazia, gli stringo la mano, lo saluto e mi dirigo verso casa impaziente di iniziare il mio restauro.<\/p>\n\n\n\n<figure class=\"wp-block-image size-large\"><img loading=\"lazy\" decoding=\"async\" width=\"1024\" height=\"576\" src=\"https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20230923-sellino-1024x576.jpg\" alt=\"\" class=\"wp-image-2398\" srcset=\"https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20230923-sellino-1024x576.jpg 1024w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20230923-sellino-300x169.jpg 300w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20230923-sellino-768x432.jpg 768w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20230923-sellino-1140x641.jpg 1140w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20230923-sellino.jpg 1536w\" sizes=\"auto, (max-width: 1024px) 100vw, 1024px\" \/><\/figure>\n\n\n\n<h2 class=\"wp-block-heading\">Mettiamoci all\u2019opera!<\/h2>\n\n\n\n<p>La sella ha ricevuto le prime cure. Un calzolaio mi ha gentilmente sostituito i rivetti della targhetta Brooks, mentre io mi sono occupato di riportare la pelle agli antichi splendori massaggiandola con una crema idratante per le mani.<\/p>\n\n\n\n<p>Dopo aver installato la sella, mi sono occupato delle ruote. Capovolgo la bici, sblocco le leve dello sgancio rapido delle ruote e le rimuovo dalla loro sede.<\/p>\n\n\n\n<div class=\"wp-block-columns is-layout-flex wp-container-core-columns-is-layout-4 wp-block-columns-is-layout-flex\">\n<div class=\"wp-block-column is-layout-flow wp-block-column-is-layout-flow\" style=\"flex-basis:66.66%\">\n<p>Mentre faccio la conta dei raggi da sostituire, noto un etichettina rossa. Erano ruote <a href=\"https:\/\/www.mavic.com\" target=\"_blank\" rel=\"noreferrer noopener sponsored nofollow\">Mavic<\/a> originali degli anni \u201870! Questo fu il primo elemento che mi fece capire che questa bicicletta non sarebbe diventata uno scatto fisso, ma avrei continuato con un restauro il pi\u00f9 possibile conservativo.<\/p>\n\n\n\n<p>Paglietta per lavare i piatti, olio di gomito e inizio a staccare i copertoni dal cerchio, smontare i raggi rotti e a grattare via la ruggine avendo cura di non toccare l’etichetta <a href=\"https:\/\/www.mavic.com\" target=\"_blank\" rel=\"noreferrer noopener sponsored nofollow\">Mavic<\/a> originale. Durante questa operazione mi accorgo a malincuore di un errore di valutazione. Quei cerchioni erano compatibili solo con copertoni tubolari. Nonostante la pessima impressione iniziale il negozio dove avevo acquistato i copertoni classici, me li ha ritirati restituendomi la somma pagata. Per ringraziarlo acquisto da lui i raggi mancanti. Il problema copertoni tubolari e collante per\u00f2 a quel punto era diventato un grattacapo. A quanto pare a Berlino non vanno molto di moda. <a href=\"https:\/\/www.decathlon.com\/\" target=\"_blank\" rel=\"noreferrer noopener sponsored nofollow\">Decathlon <\/a>era l’unico negozio che aveva disponibili una coppia di copertoni tubolari della <a href=\"https:\/\/vittoria.com\/\" target=\"_blank\" rel=\"noreferrer noopener sponsored nofollow\">Vittoria<\/a>, ma non aveva il collante necessario per poterli montare. Acquisto i copertoni e mi reco in quello che diventer\u00e0 poi il mio negozio preferito a Berlino: <a href=\"https:\/\/steel-vintage.com\/\" target=\"_blank\" rel=\"noreferrer noopener sponsored nofollow\">Steel Vintage Bikes<\/a>. Li trovo il nastro per i tubolari.<\/p>\n<\/div>\n\n\n\n<div class=\"wp-block-column is-layout-flow wp-block-column-is-layout-flow\" style=\"flex-basis:33.33%\">\n<figure class=\"wp-block-image size-large\"><img loading=\"lazy\" decoding=\"async\" width=\"736\" height=\"1024\" src=\"https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20230901-mavic-736x1024.jpg\" alt=\"\" class=\"wp-image-2400\" srcset=\"https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20230901-mavic-736x1024.jpg 736w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20230901-mavic-216x300.jpg 216w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20230901-mavic-768x1069.jpg 768w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20230901-mavic-1104x1536.jpg 1104w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20230901-mavic-1140x1586.jpg 1140w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20230901-mavic.jpg 1380w\" sizes=\"auto, (max-width: 736px) 100vw, 736px\" \/><\/figure>\n<\/div>\n<\/div>\n\n\n\n<p>Un paio di sere dopo aver reperito gli ultimi pezzi, mi dedico di nuovo al mio restauro. Monto i raggi e centro le ruote che finalmente possono girare liberamente senza importunare il telaio a ogni rivoluzione. Lucido tutte le cromature, gratto via la ruggine dalla catena e installo leve, guaine e cavi nuovi dei freni. Qui sotto potete ammirare la metamorfosi di questo gioiellino della tecnica.<\/p>\n\n\n\n<div class=\"wp-block-columns is-layout-flex wp-container-core-columns-is-layout-5 wp-block-columns-is-layout-flex\">\n<div class=\"wp-block-column is-layout-flow wp-block-column-is-layout-flow\">\n<figure class=\"wp-block-image size-large\"><img loading=\"lazy\" decoding=\"async\" width=\"736\" height=\"1024\" src=\"https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20230923-ruote-736x1024.jpg\" alt=\"\" class=\"wp-image-2401\" srcset=\"https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20230923-ruote-736x1024.jpg 736w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20230923-ruote-216x300.jpg 216w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20230923-ruote-768x1069.jpg 768w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20230923-ruote-1104x1536.jpg 1104w, 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Il restauro del cambio e la nastratura del manubrio. La seconda \u00e8 stata semplice e indolore mentre il restauro del cambio ha richiesto mesi e un po\u2019 di fortuna per essere completato. La Simplex \u00e8 una marca francese fallita molti anni fa e i ricambi sono introvabili.<\/p>\n\n\n\n<p>Questo problema non mi ha impedito di sfrecciare per le strade di Berlino. Ho rinunciato alla possibilit\u00e0 di selezionare i rapporti anteriori e ho temporaneamente convertito il deragliatore in un guida catena. La prima fase del mio restauro si \u00e8 dunque conclusa con l’incollaggio del deragliatore anteriore e la rinuncia di un pochino di confort.<\/p>\n\n\n\n<div class=\"wp-block-columns is-layout-flex wp-container-core-columns-is-layout-7 wp-block-columns-is-layout-flex\">\n<div class=\"wp-block-column is-layout-flow wp-block-column-is-layout-flow\">\n<figure class=\"wp-block-image size-large\"><img loading=\"lazy\" decoding=\"async\" width=\"736\" height=\"1024\" src=\"https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20231003-full-tape-miss-736x1024.jpg\" alt=\"\" class=\"wp-image-2403\" srcset=\"https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20231003-full-tape-miss-736x1024.jpg 736w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20231003-full-tape-miss-216x300.jpg 216w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20231003-full-tape-miss-768x1069.jpg 768w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20231003-full-tape-miss-1104x1536.jpg 1104w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20231003-full-tape-miss-1140x1586.jpg 1140w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20231003-full-tape-miss.jpg 1380w\" sizes=\"auto, (max-width: 736px) 100vw, 736px\" \/><\/figure>\n<\/div>\n\n\n\n<div class=\"wp-block-column is-layout-flow wp-block-column-is-layout-flow\">\n<figure class=\"wp-block-image size-large\"><img loading=\"lazy\" decoding=\"async\" width=\"736\" height=\"1024\" src=\"https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20231028-restored-736x1024.jpg\" alt=\"\" class=\"wp-image-2404\" srcset=\"https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20231028-restored-736x1024.jpg 736w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20231028-restored-216x300.jpg 216w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20231028-restored-768x1069.jpg 768w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20231028-restored-1104x1536.jpg 1104w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20231028-restored-1140x1586.jpg 1140w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20231028-restored.jpg 1380w\" sizes=\"auto, (max-width: 736px) 100vw, 736px\" \/><\/figure>\n<\/div>\n\n\n\n<div class=\"wp-block-column is-layout-flow wp-block-column-is-layout-flow\">\n<figure class=\"wp-block-image size-large\"><img loading=\"lazy\" decoding=\"async\" width=\"736\" height=\"1024\" src=\"https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20231028-first_ride-736x1024.jpg\" alt=\"\" class=\"wp-image-2405\" srcset=\"https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20231028-first_ride-736x1024.jpg 736w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20231028-first_ride-216x300.jpg 216w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20231028-first_ride-768x1069.jpg 768w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20231028-first_ride-1104x1536.jpg 1104w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20231028-first_ride-1140x1586.jpg 1140w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2024\/07\/20231028-first_ride.jpg 1380w\" sizes=\"auto, (max-width: 736px) 100vw, 736px\" \/><\/figure>\n<\/div>\n<\/div>\n\n\n\n<h2 class=\"wp-block-heading\">Le migliorie<\/h2>\n\n\n\n<p>Con la bella stagione ho aumentato le distanze percorse e ho quindi deciso di risolvere gli ultimi acciacchi. Il tubo della sella era inchiodato dalla ruggine e non era possibile alzare il sellino. Su lunghe distanze, era diventato obbligatorio alzare la sella di un paio di centimetri, per evitarmi infiammazioni alle ginocchia. Dopo qualche tentativo casalingo fallito, mi rivolgo al mio negozio berlinese di fiducia <a href=\"https:\/\/radwelt.berlin\" target=\"_blank\" rel=\"noreferrer noopener sponsored nofollow\">Rad Welt in Mitte<\/a>. Ho sempre apprezzato la loro professionalit\u00e0 e onest\u00e0. Dopo una breve spiegazione del problema, hanno guardato la mia bici e mi hanno consigliato di rivolgermi a una piccola scuola per aspiranti meccanici di biciclette. \u00c9 stata davvero una bella scoperta! <a href=\"https:\/\/www.bwk-berlin.de\" target=\"_blank\" rel=\"noreferrer noopener sponsored nofollow\">BWK BildungsWerk in Kreuzberg GmbH<\/a> era l’unico posto in Berlino che poteva permettersi di investire il tempo necessario per risolvere il problema ad un prezzo ragionevole. E cos\u00ec \u00e8 stato. Una mattina presto mi sono fatto trovare davanti al loro ingresso per spiegare il mio problema. Appena ho iniziato a parlare con il responsabile, sono stato subito circondato dagli studenti di questa scuola. Rispondendo alle loro domande ho spiegato il mio problema, ma hanno voluto sapere tutta la storia della mia bicicletta, ho cos\u00ec raccontato tutto quello che voi lettori vi siete subiti fin qui. Non so se fossero pi\u00f9 incuriositi dal problema, dai miei tentativi di parlare tedesco, dalla storia di questa bici o dal fatto che fossi in camicia, mocassino e pantalone chino. Sicuramente era una combinazione insolita, ma dopo l\u2019iniziale curiosit\u00e0, si sono subito appassionati alla questione. Il giorno dopo ho riportato solamente il telaio, senza ruote e componenti per semplificare il lavoro ai ragazzi e, grazie al loro impegno, due giorni dopo, il mio tubo della sella era pronto per poter scorrere nuovamente libero! Quando mi hanno chiamato, per avvisarmi che sarei potuto passare a ritirare il mio telaio, mi hanno anche avvisato che il loro responsabile, appassionato dal mio racconto aveva deciso di regalarmi il deragliatore Simplex che avevo cercato di riparare in vano. Quando sono passato da loro per il ritiro, ho pagato quanto pattuito e ho lasciato un bottiglia di <a href=\"https:\/\/it.wikipedia.org\/wiki\/Barolo_(vino)\" target=\"_blank\" rel=\"noreferrer noopener\">vino Barolo<\/a> come gesto di riconoscenza per il regalo inaspettato.<\/p>\n\n\n\n<p>Da li a poco la mia bicicletta \u00e8 arrivata allo splendore e usabilit\u00e0 che aveva in origine e mi ha accompagnato fino all\u2019ultimo in lungo e in largo per Berlino, sotto il sole e e sotto intemperie di qualsiasi tipo.<\/p>\n\n\n\n<h2 class=\"wp-block-heading\">E adesso?<\/h2>\n\n\n\n<p>Da quando ho compreso l\u2019interesse storico della mia nuova bicicletta, mi sono subito lasciato stuzzicare dall\u2019idea di partecipare a l’<a href=\"https:\/\/eroica.cc\">Eroica<\/a>, un network mondiale di manifestazioni ciclistiche non competitive nato in Provincia di Siena (Toscana, Italia). Controllando l’attuale regolamento ho tutte le carte in regola per poter partecipare. Mi piacerebbe prendere parte all’Eroica Dolomiti 2024 ma probabilmente sar\u00f2 impegnato in un’altra impresa ciclistica. Continuate a seguirmi qui, su <a href=\"https:\/\/www.instagram.com\/theodor_atw\/\">Instagram<\/a>, su Facebook e su <a href=\"https:\/\/www.youtube.com\/@theodoratw\">YouTube<\/a> per restare aggiornati!<\/p>\n\n\n\n<h2 class=\"wp-block-heading\">Altre storie di bici e dintorni<\/h2>\n\n\n\n<div class=\"wp-block-columns is-layout-flex wp-container-core-columns-is-layout-8 wp-block-columns-is-layout-flex\">\n<div class=\"wp-block-column is-layout-flow wp-block-column-is-layout-flow\">\n<figure class=\"wp-block-gallery has-nested-images columns-default is-cropped wp-block-gallery-2 is-layout-flex wp-block-gallery-is-layout-flex\">\n<figure class=\"wp-block-image size-large\"><a href=\"https:\/\/www.theodoratw.com\/it\/articoli-it\/sport-it\/2019\/09\/la-bicicletta\/\"><img loading=\"lazy\" decoding=\"async\" width=\"1024\" height=\"1024\" src=\"https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2019\/09\/20160429-bici-1024x1024.jpg\" alt=\"\" class=\"wp-image-2290\" srcset=\"https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2019\/09\/20160429-bici-1024x1024.jpg 1024w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2019\/09\/20160429-bici-300x300.jpg 300w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2019\/09\/20160429-bici-150x150.jpg 150w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2019\/09\/20160429-bici-768x768.jpg 768w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2019\/09\/20160429-bici-75x75.jpg 75w, https:\/\/www.theodoratw.com\/wp-content\/uploads\/2019\/09\/20160429-bici.jpg 1080w\" sizes=\"auto, (max-width: 1024px) 100vw, 1024px\" \/><\/a><figcaption class=\"wp-element-caption\">La Bicicletta<\/figcaption><\/figure>\n<\/figure>\n<\/div>\n\n\n\n<div class=\"wp-block-column is-layout-flow wp-block-column-is-layout-flow\"><\/div>\n\n\n\n<div class=\"wp-block-column is-layout-flow wp-block-column-is-layout-flow\"><\/div>\n<\/div>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"<p>Chi si \u00e8 ormai ambientato con gli usi e costumi della Germania non ci far\u00e0 pi\u00f9 caso, chi si trova in Germania come turista per pochi giorni l’anno potrebbe essere indignato da questa strana usanza. Ovviamente, per chi in Germania ci \u00e8 nato, quanto sto raccontando in queste righe iniziali \u00e8 la normalit\u00e0 e probabilmente sorrider\u00e0 nel leggere quanta arretratezza porto nella mia testa. Di cosa parlo? Parlo dell’uso comune, qui in Germania, di lasciare gli oggetti che non si utilizzano pi\u00f9 sul marciapiede sotto casa. La prima volta che ho visto sedie, tavoli, monitor e altri oggetti abbandonati sotto le case mi sono stupito di come le persone potessero essere cos\u00ec sfacciate da lasciare della spazzatura sotto casa. Con il tempo ho capito che questa \u201cbarbara\u201d abitudine in realt\u00e0 \u00e8 un’usanza molto intelligente ed eco-compatibile. Se una cosa non mi serve pi\u00f9, \u00e8 in buono stato, e ritengo che possa essere utile a qualcuno, invece di portarla in discarica, la lascio sotto casa. In qualche caso ho visto anche visto dei cumuli di oggetti con un bigliettino sopra: “Prendi pure tutto quello che ti serve!”. Mentre scrivo questo articolo mi sono imbattuto in un parco dove addirittura vendono lasciate delle ceste con oggetti separati per tipologia e chiunque pu\u00f2 andare e prendere qualcosa. In Italia, nel bene e nel male, l’immagine di s\u00e9 che una persona mostra verso il vicino di casa, \u00e8, ad oggi, ancora molto importante. Soprattutto nei paesini dove nessuno si sognerebbe di rovistare tra l’immondizia altrui, per evitare di essere etichettato come l’accattone o il “poveraccio” che non ha i soldi per comprare ci\u00f2 che gli serve. Ecco, in questa storia io sono un “poveraccio” per caso. Il richiamo dell\u2019immondizia Il 1 Settembre 2023 mentre stavo passeggiando per Mitte, a Berlino, mi sono imbattuto in uno di questi cumuli di oggetti in disuso lasciati sul marciapiede. Subito non prestai molta attenzione a quel mucchio di mobili rotti, materassi e altre scartoffie accatastate. Questa volta per\u00f2 il mio sguardo venne catturato da uno scintillio ai limiti del mio campo visivo. Sembravano delle cromature. Aguzzo il mio sguardo per capire, e mi rendo conto che quello sberlucciare arrivava da una bicicletta. Il telaio era blu, ormai maculato per la ruggine che stava mangiando la vernice. Era proprio buttata li, tra tante altre cose che avevano gi\u00e0 esaurito il loro ciclo di vita da qualche anno ed erano probabilmente state dimenticate in una cantina prima di essere state trasferite sulla strada. Quella bicicletta per\u00f2 non aveva ancora esaurito il suo ciclo di vita e mi stava chiamando con quel barlume di energia rimasta, continuando a brillare, senza badare al contesto sporco e rovinato dal tempo. Curioso come sempre, mi avvicino per scrutarla meglio. Il manubrio e il canotto della sella erano i colpevoli di quello scintillare, erano malconci ma sentivo che mi chiamavano. Dalla forma del manubrio capisco che si tratta di una bici da strada. Dalla mancanza della sella capisco che non ci sarei saltato sopra per pedalare fino a casa (LOL). Mi guardo intorno e provo a capire se ci fosse il proprietario nei dintorni, volevo evitare di passare da accattone e ladro. A pochi metri c’era un signore vestito da muratore e indaffarato a spostare del materiale edile, mi avvicino e cerco di fargli capire che ero interessato alla bicicletta, indicandola. Il signore mi guarda con aria divertita e mi risponde qualcosa che subito non capisco. Dopo qualche tentativo, mi fa capire che la bicicletta \u00e8 li perch\u00e8 \u00e8 stata buttata via. Lo ringrazio, torno vicino alla bicicletta e provo vedere se posso portarla a casa. La afferro prendendola dalla pipetta del manubrio e provo a spostarla in avanti. Le ruote girano, ma patiscono l’assenza di qualche raggio, e girando toccano il telaio. I copertoni sono una striscia piatta di gomma secca e tela che non era pi\u00f9 in grado di riparare i cerchioni dalle asperit\u00e0 del terreno. I freni erano rotti, una leva era del tutto assente e i cavi strappati. Nella parte bassa del telaio si vedeva un groviglio di ferri vecchi arrugginiti. Nel groviglio si distinguevano a mala pena una catena arrugginita, un deragliatore spezzato, piegato e incastrato tra catena, corona e pedivella destra. Convinto di aver trovato un ottimo candidato da trasformare nella mia prima bici a singola velocit\u00e0 o a scatto fisso, mi incammino verso casa, continuando a tenerla con la mia mano destra. Una prima diagnosi Prima di riporla in cantina in attesa di trovare del tempo per poterla sistemare, la appoggio a un muro per osservarla meglio e fare un elenco di pezzi fondamentali per poterla rimettere in pista. La mia logica predominante durante questa analisi fu: massimo risultato con il minimo dello sforzo. Sarebbe diventata la mia bici da tutti i giorni dopo tutto. Nell’elenco comparivano: sella, nastro manubrio, due copertoni e camere, due leve freno complete di supporto, cavi e guaine per freni e per il cambio. La trasmissione era messa male ma avrei rimosso cambio e deragliatore nell’ottica di spendere il meno possibile per ripararla. Alla ricerca del sellino perduto Esattamente 23 giorni dopo il ritrovamento, trovo il modo per uscire un po’prima dall’ufficio e correre alla ricerca di un negozio di bici disposto a vendere dei ricambi per un rottame come quello. Quale direzione prendere? Senza indugio apro la mappa e cerco i vari negozi di bici sparsi per il quartiere Kreuzberg. Ne individuo 3 e li visito tutti di corsa uno dopo l’altro. Nel primo negozio trovo i copertoni e le camere d’aria, nel secondo trovo una sella della Brooks vecchia di 100 anni, tutta sporca, secca, impolverata e con il logo Brooks mezzo incollato per compensare il rivetto saltato. In questi primi due negozi ho perennemente la sensazione di essere fregato, mi dicono dei prezzi che poi rialzano una volta giunti alla cassa e dicendo che si sono sbagliati. In entrambi i casi alla fine propongo io un prezzo e accettano. Il terzo negozio si chiama Bike Shop Club Velo (lo trovate qui su Google Maps, non mi paga per questa pubblicit\u00e0, scrivo di lui per ringraziarlo per essersi dimostrato una persona buona e generosa), scendo le scale che mi portano nel seminterrato che ospita questa piccola officina colma di pezzi di storia e trovo un signore Turco infinitamente gentile. Chiedo se ha delle leve dei freni complete per una bici da corsa degli anni ’70, le guaine e i cavi del cambio. Mi guarda con aria incuriosita e mi fa notare che avrei anche avuto bisogno dei capicorda per i cavi e per le guaine. Apre qualche scatola per cercare le leve dei freni, ne seleziona 4 coppie e me ne fa scegliere una. Stessa cosa con i cavi del cambio e dei freni. Poi apre due scatoline di plastica e tira fuori i capicorda, mi guarda, mi sorride e mi dice: “Dies ist ein Geschenk f\u00fcr dich!”. Mentre lo ringrazio si incammina verso il registratore di cassa e batte 15 \u20ac. Io un po\u2019 incredulo lo guardo chiedendo se avesse segnato tutto. \u201cJa!\u201d, mi conferma lui porgendomi lo scontrino con gentilezza. Apro il mio porta carte, prendo prendo una banconota da 20\u20ac e una da 5\u20ac e gliele metto in mano. Un po\u2019 in imbarazzo mi ringrazia, gli stringo la mano, lo saluto e mi dirigo verso casa impaziente di iniziare il mio restauro. Mettiamoci all\u2019opera! La sella ha ricevuto le prime cure. Un calzolaio mi ha gentilmente sostituito i rivetti della targhetta Brooks, mentre io mi sono occupato di riportare la pelle agli antichi splendori massaggiandola con una crema idratante per le mani. Dopo aver installato la sella, mi sono occupato delle ruote. Capovolgo la bici, sblocco le leve dello sgancio rapido delle ruote e le rimuovo dalla loro sede. Mentre faccio la conta dei raggi da sostituire, noto un etichettina rossa. Erano ruote Mavic originali degli anni \u201870! Questo fu il primo elemento che mi fece capire che questa bicicletta non sarebbe diventata uno scatto fisso, ma avrei continuato con un restauro il pi\u00f9 possibile conservativo. Paglietta per lavare i piatti, olio di gomito e inizio a staccare i copertoni dal cerchio, smontare i raggi rotti e a grattare via la ruggine avendo cura di non toccare l’etichetta Mavic originale. Durante questa operazione mi accorgo a malincuore di un errore di valutazione. Quei cerchioni erano compatibili solo con copertoni tubolari. Nonostante la pessima impressione iniziale il negozio dove avevo acquistato i copertoni classici, me li ha ritirati restituendomi la somma pagata. Per ringraziarlo acquisto da lui i raggi mancanti. Il problema copertoni tubolari e collante per\u00f2 a quel punto era diventato un grattacapo. A quanto pare a Berlino non vanno molto di moda. Decathlon era l’unico negozio che aveva disponibili una coppia di copertoni tubolari della Vittoria, ma non aveva il collante necessario per poterli montare. Acquisto i copertoni e mi reco in quello che diventer\u00e0 poi il mio negozio preferito a Berlino: Steel Vintage Bikes. Li trovo il nastro per i tubolari. Un paio di sere dopo aver reperito gli ultimi pezzi, mi dedico di nuovo al mio restauro. Monto i raggi e centro le ruote che finalmente possono girare liberamente senza importunare il telaio a ogni rivoluzione. Lucido tutte le cromature, gratto via la ruggine dalla catena e installo leve, guaine e cavi nuovi dei freni. Qui sotto potete ammirare la metamorfosi di questo gioiellino della tecnica. Cosa manca a questo punto? Il restauro del cambio e la nastratura del manubrio. La seconda \u00e8 stata semplice e indolore mentre il restauro del cambio ha richiesto mesi e un po\u2019 di fortuna per essere completato. La Simplex \u00e8 una marca francese fallita molti anni fa e i ricambi sono introvabili. Questo problema non mi ha impedito di sfrecciare per le strade di Berlino. Ho rinunciato alla possibilit\u00e0 di selezionare i rapporti anteriori e ho temporaneamente convertito il deragliatore in un guida catena. La prima fase del mio restauro si \u00e8 dunque conclusa con l’incollaggio del deragliatore anteriore e la rinuncia di un pochino di confort. Le migliorie Con la bella stagione ho aumentato le distanze percorse e ho quindi deciso di risolvere gli ultimi acciacchi. Il tubo della sella era inchiodato dalla ruggine e non era possibile alzare il sellino. Su lunghe distanze, era diventato obbligatorio alzare la sella di un paio di centimetri, per evitarmi infiammazioni alle ginocchia. Dopo qualche tentativo casalingo fallito, mi rivolgo al mio negozio berlinese di fiducia Rad Welt in Mitte. Ho sempre apprezzato la loro professionalit\u00e0 e onest\u00e0. Dopo una breve spiegazione del problema, hanno guardato la mia bici e mi hanno consigliato di rivolgermi a una piccola scuola per aspiranti meccanici di biciclette. \u00c9 stata davvero una bella scoperta! BWK BildungsWerk in Kreuzberg GmbH era l’unico posto in Berlino che poteva permettersi di investire il tempo necessario per risolvere il problema ad un prezzo ragionevole. E cos\u00ec \u00e8 stato. Una mattina presto mi sono fatto trovare davanti al loro ingresso per spiegare il mio problema. Appena ho iniziato a parlare con il responsabile, sono stato subito circondato dagli studenti di questa scuola. Rispondendo alle loro domande ho spiegato il mio problema, ma hanno voluto sapere tutta la storia della mia bicicletta, ho cos\u00ec raccontato tutto quello che voi lettori vi siete subiti fin qui. 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Ovviamente, per chi in Germania ci \u00e8 nato, quanto sto raccontando in queste righe iniziali \u00e8 la normalit\u00e0 e probabilmente sorrider\u00e0 nel leggere quanta arretratezza porto nella mia testa. Di cosa parlo? Parlo dell’uso comune, qui in Germania, di lasciare gli oggetti che non si utilizzano pi\u00f9 sul marciapiede sotto casa. La prima volta che ho visto sedie, tavoli, monitor e altri oggetti abbandonati sotto le case mi sono stupito di come le persone potessero essere cos\u00ec sfacciate da lasciare della spazzatura sotto casa. Con il tempo ho capito che questa \u201cbarbara\u201d abitudine in realt\u00e0 \u00e8 un’usanza molto intelligente ed eco-compatibile. Se una cosa non mi serve pi\u00f9, \u00e8 in buono stato, e ritengo che possa essere utile a qualcuno, invece di portarla in discarica, la lascio sotto casa. In qualche caso ho visto anche visto dei cumuli di oggetti con un bigliettino sopra: “Prendi pure tutto quello che ti serve!”. Mentre scrivo questo articolo mi sono imbattuto in un parco dove addirittura vendono lasciate delle ceste con oggetti separati per tipologia e chiunque pu\u00f2 andare e prendere qualcosa. In Italia, nel bene e nel male, l’immagine di s\u00e9 che una persona mostra verso il vicino di casa, \u00e8, ad oggi, ancora molto importante. Soprattutto nei paesini dove nessuno si sognerebbe di rovistare tra l’immondizia altrui, per evitare di essere etichettato come l’accattone o il “poveraccio” che non ha i soldi per comprare ci\u00f2 che gli serve. Ecco, in questa storia io sono un “poveraccio” per caso. Il richiamo dell\u2019immondizia Il 1 Settembre 2023 mentre stavo passeggiando per Mitte, a Berlino, mi sono imbattuto in uno di questi cumuli di oggetti in disuso lasciati sul marciapiede. Subito non prestai molta attenzione a quel mucchio di mobili rotti, materassi e altre scartoffie accatastate. Questa volta per\u00f2 il mio sguardo venne catturato da uno scintillio ai limiti del mio campo visivo. Sembravano delle cromature. Aguzzo il mio sguardo per capire, e mi rendo conto che quello sberlucciare arrivava da una bicicletta. Il telaio era blu, ormai maculato per la ruggine che stava mangiando la vernice. Era proprio buttata li, tra tante altre cose che avevano gi\u00e0 esaurito il loro ciclo di vita da qualche anno ed erano probabilmente state dimenticate in una cantina prima di essere state trasferite sulla strada. Quella bicicletta per\u00f2 non aveva ancora esaurito il suo ciclo di vita e mi stava chiamando con quel barlume di energia rimasta, continuando a brillare, senza badare al contesto sporco e rovinato dal tempo. Curioso come sempre, mi avvicino per scrutarla meglio. Il manubrio e il canotto della sella erano i colpevoli di quello scintillare, erano malconci ma sentivo che mi chiamavano. Dalla forma del manubrio capisco che si tratta di una bici da strada. Dalla mancanza della sella capisco che non ci sarei saltato sopra per pedalare fino a casa (LOL). Mi guardo intorno e provo a capire se ci fosse il proprietario nei dintorni, volevo evitare di passare da accattone e ladro. A pochi metri c’era un signore vestito da muratore e indaffarato a spostare del materiale edile, mi avvicino e cerco di fargli capire che ero interessato alla bicicletta, indicandola. Il signore mi guarda con aria divertita e mi risponde qualcosa che subito non capisco. Dopo qualche tentativo, mi fa capire che la bicicletta \u00e8 li perch\u00e8 \u00e8 stata buttata via. Lo ringrazio, torno vicino alla bicicletta e provo vedere se posso portarla a casa. La afferro prendendola dalla pipetta del manubrio e provo a spostarla in avanti. Le ruote girano, ma patiscono l’assenza di qualche raggio, e girando toccano il telaio. I copertoni sono una striscia piatta di gomma secca e tela che non era pi\u00f9 in grado di riparare i cerchioni dalle asperit\u00e0 del terreno. I freni erano rotti, una leva era del tutto assente e i cavi strappati. Nella parte bassa del telaio si vedeva un groviglio di ferri vecchi arrugginiti. Nel groviglio si distinguevano a mala pena una catena arrugginita, un deragliatore spezzato, piegato e incastrato tra catena, corona e pedivella destra. Convinto di aver trovato un ottimo candidato da trasformare nella mia prima bici a singola velocit\u00e0 o a scatto fisso, mi incammino verso casa, continuando a tenerla con la mia mano destra. Una prima diagnosi Prima di riporla in cantina in attesa di trovare del tempo per poterla sistemare, la appoggio a un muro per osservarla meglio e fare un elenco di pezzi fondamentali per poterla rimettere in pista. La mia logica predominante durante questa analisi fu: massimo risultato con il minimo dello sforzo. Sarebbe diventata la mia bici da tutti i giorni dopo tutto. Nell’elenco comparivano: sella, nastro manubrio, due copertoni e camere, due leve freno complete di supporto, cavi e guaine per freni e per il cambio. La trasmissione era messa male ma avrei rimosso cambio e deragliatore nell’ottica di spendere il meno possibile per ripararla. Alla ricerca del sellino perduto Esattamente 23 giorni dopo il ritrovamento, trovo il modo per uscire un po’prima dall’ufficio e correre alla ricerca di un negozio di bici disposto a vendere dei ricambi per un rottame come quello. Quale direzione prendere? Senza indugio apro la mappa e cerco i vari negozi di bici sparsi per il quartiere Kreuzberg. Ne individuo 3 e li visito tutti di corsa uno dopo l’altro. Nel primo negozio trovo i copertoni e le camere d’aria, nel secondo trovo una sella della Brooks vecchia di 100 anni, tutta sporca, secca, impolverata e con il logo Brooks mezzo incollato per compensare il rivetto saltato. In questi primi due negozi ho perennemente la sensazione di essere fregato, mi dicono dei prezzi che poi rialzano una volta giunti alla cassa e dicendo che si sono sbagliati. In entrambi i casi alla fine propongo io un prezzo e accettano. Il terzo negozio si chiama Bike Shop Club Velo (lo trovate qui su Google Maps, non mi paga per questa pubblicit\u00e0, scrivo di lui per ringraziarlo per essersi dimostrato una persona buona e generosa), scendo le scale che mi portano nel seminterrato che ospita questa piccola officina colma di pezzi di storia e trovo un signore Turco infinitamente gentile. Chiedo se ha delle leve dei freni complete per una bici da corsa degli anni ’70, le guaine e i cavi del cambio. Mi guarda con aria incuriosita e mi fa notare che avrei anche avuto bisogno dei capicorda per i cavi e per le guaine. Apre qualche scatola per cercare le leve dei freni, ne seleziona 4 coppie e me ne fa scegliere una. Stessa cosa con i cavi del cambio e dei freni. Poi apre due scatoline di plastica e tira fuori i capicorda, mi guarda, mi sorride e mi dice: “Dies ist ein Geschenk f\u00fcr dich!”. Mentre lo ringrazio si incammina verso il registratore di cassa e batte 15 \u20ac. Io un po\u2019 incredulo lo guardo chiedendo se avesse segnato tutto. \u201cJa!\u201d, mi conferma lui porgendomi lo scontrino con gentilezza. Apro il mio porta carte, prendo prendo una banconota da 20\u20ac e una da 5\u20ac e gliele metto in mano. Un po\u2019 in imbarazzo mi ringrazia, gli stringo la mano, lo saluto e mi dirigo verso casa impaziente di iniziare il mio restauro. Mettiamoci all\u2019opera! La sella ha ricevuto le prime cure. Un calzolaio mi ha gentilmente sostituito i rivetti della targhetta Brooks, mentre io mi sono occupato di riportare la pelle agli antichi splendori massaggiandola con una crema idratante per le mani. Dopo aver installato la sella, mi sono occupato delle ruote. Capovolgo la bici, sblocco le leve dello sgancio rapido delle ruote e le rimuovo dalla loro sede. Mentre faccio la conta dei raggi da sostituire, noto un etichettina rossa. Erano ruote Mavic originali degli anni \u201870! Questo fu il primo elemento che mi fece capire che questa bicicletta non sarebbe diventata uno scatto fisso, ma avrei continuato con un restauro il pi\u00f9 possibile conservativo. Paglietta per lavare i piatti, olio di gomito e inizio a staccare i copertoni dal cerchio, smontare i raggi rotti e a grattare via la ruggine avendo cura di non toccare l’etichetta Mavic originale. Durante questa operazione mi accorgo a malincuore di un errore di valutazione. Quei cerchioni erano compatibili solo con copertoni tubolari. Nonostante la pessima impressione iniziale il negozio dove avevo acquistato i copertoni classici, me li ha ritirati restituendomi la somma pagata. Per ringraziarlo acquisto da lui i raggi mancanti. Il problema copertoni tubolari e collante per\u00f2 a quel punto era diventato un grattacapo. A quanto pare a Berlino non vanno molto di moda. Decathlon era l’unico negozio che aveva disponibili una coppia di copertoni tubolari della Vittoria, ma non aveva il collante necessario per poterli montare. Acquisto i copertoni e mi reco in quello che diventer\u00e0 poi il mio negozio preferito a Berlino: Steel Vintage Bikes. Li trovo il nastro per i tubolari. Un paio di sere dopo aver reperito gli ultimi pezzi, mi dedico di nuovo al mio restauro. Monto i raggi e centro le ruote che finalmente possono girare liberamente senza importunare il telaio a ogni rivoluzione. Lucido tutte le cromature, gratto via la ruggine dalla catena e installo leve, guaine e cavi nuovi dei freni. Qui sotto potete ammirare la metamorfosi di questo gioiellino della tecnica. Cosa manca a questo punto? Il restauro del cambio e la nastratura del manubrio. La seconda \u00e8 stata semplice e indolore mentre il restauro del cambio ha richiesto mesi e un po\u2019 di fortuna per essere completato. La Simplex \u00e8 una marca francese fallita molti anni fa e i ricambi sono introvabili. Questo problema non mi ha impedito di sfrecciare per le strade di Berlino. Ho rinunciato alla possibilit\u00e0 di selezionare i rapporti anteriori e ho temporaneamente convertito il deragliatore in un guida catena. La prima fase del mio restauro si \u00e8 dunque conclusa con l’incollaggio del deragliatore anteriore e la rinuncia di un pochino di confort. Le migliorie Con la bella stagione ho aumentato le distanze percorse e ho quindi deciso di risolvere gli ultimi acciacchi. Il tubo della sella era inchiodato dalla ruggine e non era possibile alzare il sellino. Su lunghe distanze, era diventato obbligatorio alzare la sella di un paio di centimetri, per evitarmi infiammazioni alle ginocchia. Dopo qualche tentativo casalingo fallito, mi rivolgo al mio negozio berlinese di fiducia Rad Welt in Mitte. Ho sempre apprezzato la loro professionalit\u00e0 e onest\u00e0. Dopo una breve spiegazione del problema, hanno guardato la mia bici e mi hanno consigliato di rivolgermi a una piccola scuola per aspiranti meccanici di biciclette. \u00c9 stata davvero una bella scoperta! BWK BildungsWerk in Kreuzberg GmbH era l’unico posto in Berlino che poteva permettersi di investire il tempo necessario per risolvere il problema ad un prezzo ragionevole. E cos\u00ec \u00e8 stato. Una mattina presto mi sono fatto trovare davanti al loro ingresso per spiegare il mio problema. Appena ho iniziato a parlare con il responsabile, sono stato subito circondato dagli studenti di questa scuola. Rispondendo alle loro domande ho spiegato il mio problema, ma hanno voluto sapere tutta la storia della mia bicicletta, ho cos\u00ec raccontato tutto quello che voi lettori vi siete subiti fin qui. Non so se fossero pi\u00f9 incuriositi dal problema, dai miei tentativi di parlare tedesco, dalla storia di questa bici o dal fatto che fossi in camicia, mocassino e pantalone chino. Sicuramente era una combinazione insolita, ma dopo l\u2019iniziale curiosit\u00e0, si sono subito appassionati alla questione. Il giorno dopo ho riportato solamente il telaio, senza ruote e componenti per semplificare il lavoro ai ragazzi e, grazie al loro impegno, due giorni dopo, il mio tubo della sella era pronto per poter scorrere nuovamente libero! Quando mi hanno chiamato, per avvisarmi che sarei potuto passare a ritirare il mio telaio, mi hanno anche avvisato che il loro responsabile, appassionato dal mio racconto aveva deciso di regalarmi il deragliatore Simplex che avevo cercato di riparare in vano. 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Ovviamente, per chi in Germania ci \u00e8 nato, quanto sto raccontando in queste righe iniziali \u00e8 la normalit\u00e0 e probabilmente sorrider\u00e0 nel leggere quanta arretratezza porto nella mia testa. Di cosa parlo? Parlo dell’uso comune, qui in Germania, di lasciare gli oggetti che non si utilizzano pi\u00f9 sul marciapiede sotto casa. La prima volta che ho visto sedie, tavoli, monitor e altri oggetti abbandonati sotto le case mi sono stupito di come le persone potessero essere cos\u00ec sfacciate da lasciare della spazzatura sotto casa. Con il tempo ho capito che questa \u201cbarbara\u201d abitudine in realt\u00e0 \u00e8 un’usanza molto intelligente ed eco-compatibile. Se una cosa non mi serve pi\u00f9, \u00e8 in buono stato, e ritengo che possa essere utile a qualcuno, invece di portarla in discarica, la lascio sotto casa. In qualche caso ho visto anche visto dei cumuli di oggetti con un bigliettino sopra: “Prendi pure tutto quello che ti serve!”. Mentre scrivo questo articolo mi sono imbattuto in un parco dove addirittura vendono lasciate delle ceste con oggetti separati per tipologia e chiunque pu\u00f2 andare e prendere qualcosa. In Italia, nel bene e nel male, l’immagine di s\u00e9 che una persona mostra verso il vicino di casa, \u00e8, ad oggi, ancora molto importante. Soprattutto nei paesini dove nessuno si sognerebbe di rovistare tra l’immondizia altrui, per evitare di essere etichettato come l’accattone o il “poveraccio” che non ha i soldi per comprare ci\u00f2 che gli serve. Ecco, in questa storia io sono un “poveraccio” per caso. Il richiamo dell\u2019immondizia Il 1 Settembre 2023 mentre stavo passeggiando per Mitte, a Berlino, mi sono imbattuto in uno di questi cumuli di oggetti in disuso lasciati sul marciapiede. Subito non prestai molta attenzione a quel mucchio di mobili rotti, materassi e altre scartoffie accatastate. Questa volta per\u00f2 il mio sguardo venne catturato da uno scintillio ai limiti del mio campo visivo. Sembravano delle cromature. Aguzzo il mio sguardo per capire, e mi rendo conto che quello sberlucciare arrivava da una bicicletta. Il telaio era blu, ormai maculato per la ruggine che stava mangiando la vernice. Era proprio buttata li, tra tante altre cose che avevano gi\u00e0 esaurito il loro ciclo di vita da qualche anno ed erano probabilmente state dimenticate in una cantina prima di essere state trasferite sulla strada. Quella bicicletta per\u00f2 non aveva ancora esaurito il suo ciclo di vita e mi stava chiamando con quel barlume di energia rimasta, continuando a brillare, senza badare al contesto sporco e rovinato dal tempo. Curioso come sempre, mi avvicino per scrutarla meglio. Il manubrio e il canotto della sella erano i colpevoli di quello scintillare, erano malconci ma sentivo che mi chiamavano. Dalla forma del manubrio capisco che si tratta di una bici da strada. Dalla mancanza della sella capisco che non ci sarei saltato sopra per pedalare fino a casa (LOL). Mi guardo intorno e provo a capire se ci fosse il proprietario nei dintorni, volevo evitare di passare da accattone e ladro. A pochi metri c’era un signore vestito da muratore e indaffarato a spostare del materiale edile, mi avvicino e cerco di fargli capire che ero interessato alla bicicletta, indicandola. Il signore mi guarda con aria divertita e mi risponde qualcosa che subito non capisco. Dopo qualche tentativo, mi fa capire che la bicicletta \u00e8 li perch\u00e8 \u00e8 stata buttata via. Lo ringrazio, torno vicino alla bicicletta e provo vedere se posso portarla a casa. La afferro prendendola dalla pipetta del manubrio e provo a spostarla in avanti. Le ruote girano, ma patiscono l’assenza di qualche raggio, e girando toccano il telaio. I copertoni sono una striscia piatta di gomma secca e tela che non era pi\u00f9 in grado di riparare i cerchioni dalle asperit\u00e0 del terreno. I freni erano rotti, una leva era del tutto assente e i cavi strappati. Nella parte bassa del telaio si vedeva un groviglio di ferri vecchi arrugginiti. Nel groviglio si distinguevano a mala pena una catena arrugginita, un deragliatore spezzato, piegato e incastrato tra catena, corona e pedivella destra. Convinto di aver trovato un ottimo candidato da trasformare nella mia prima bici a singola velocit\u00e0 o a scatto fisso, mi incammino verso casa, continuando a tenerla con la mia mano destra. Una prima diagnosi Prima di riporla in cantina in attesa di trovare del tempo per poterla sistemare, la appoggio a un muro per osservarla meglio e fare un elenco di pezzi fondamentali per poterla rimettere in pista. La mia logica predominante durante questa analisi fu: massimo risultato con il minimo dello sforzo. Sarebbe diventata la mia bici da tutti i giorni dopo tutto. Nell’elenco comparivano: sella, nastro manubrio, due copertoni e camere, due leve freno complete di supporto, cavi e guaine per freni e per il cambio. La trasmissione era messa male ma avrei rimosso cambio e deragliatore nell’ottica di spendere il meno possibile per ripararla. Alla ricerca del sellino perduto Esattamente 23 giorni dopo il ritrovamento, trovo il modo per uscire un po’prima dall’ufficio e correre alla ricerca di un negozio di bici disposto a vendere dei ricambi per un rottame come quello. Quale direzione prendere? Senza indugio apro la mappa e cerco i vari negozi di bici sparsi per il quartiere Kreuzberg. Ne individuo 3 e li visito tutti di corsa uno dopo l’altro. Nel primo negozio trovo i copertoni e le camere d’aria, nel secondo trovo una sella della Brooks vecchia di 100 anni, tutta sporca, secca, impolverata e con il logo Brooks mezzo incollato per compensare il rivetto saltato. In questi primi due negozi ho perennemente la sensazione di essere fregato, mi dicono dei prezzi che poi rialzano una volta giunti alla cassa e dicendo che si sono sbagliati. In entrambi i casi alla fine propongo io un prezzo e accettano. Il terzo negozio si chiama Bike Shop Club Velo (lo trovate qui su Google Maps, non mi paga per questa pubblicit\u00e0, scrivo di lui per ringraziarlo per essersi dimostrato una persona buona e generosa), scendo le scale che mi portano nel seminterrato che ospita questa piccola officina colma di pezzi di storia e trovo un signore Turco infinitamente gentile. Chiedo se ha delle leve dei freni complete per una bici da corsa degli anni ’70, le guaine e i cavi del cambio. Mi guarda con aria incuriosita e mi fa notare che avrei anche avuto bisogno dei capicorda per i cavi e per le guaine. Apre qualche scatola per cercare le leve dei freni, ne seleziona 4 coppie e me ne fa scegliere una. Stessa cosa con i cavi del cambio e dei freni. Poi apre due scatoline di plastica e tira fuori i capicorda, mi guarda, mi sorride e mi dice: “Dies ist ein Geschenk f\u00fcr dich!”. Mentre lo ringrazio si incammina verso il registratore di cassa e batte 15 \u20ac. Io un po\u2019 incredulo lo guardo chiedendo se avesse segnato tutto. \u201cJa!\u201d, mi conferma lui porgendomi lo scontrino con gentilezza. Apro il mio porta carte, prendo prendo una banconota da 20\u20ac e una da 5\u20ac e gliele metto in mano. Un po\u2019 in imbarazzo mi ringrazia, gli stringo la mano, lo saluto e mi dirigo verso casa impaziente di iniziare il mio restauro. Mettiamoci all\u2019opera! La sella ha ricevuto le prime cure. Un calzolaio mi ha gentilmente sostituito i rivetti della targhetta Brooks, mentre io mi sono occupato di riportare la pelle agli antichi splendori massaggiandola con una crema idratante per le mani. Dopo aver installato la sella, mi sono occupato delle ruote. Capovolgo la bici, sblocco le leve dello sgancio rapido delle ruote e le rimuovo dalla loro sede. Mentre faccio la conta dei raggi da sostituire, noto un etichettina rossa. Erano ruote Mavic originali degli anni \u201870! Questo fu il primo elemento che mi fece capire che questa bicicletta non sarebbe diventata uno scatto fisso, ma avrei continuato con un restauro il pi\u00f9 possibile conservativo. Paglietta per lavare i piatti, olio di gomito e inizio a staccare i copertoni dal cerchio, smontare i raggi rotti e a grattare via la ruggine avendo cura di non toccare l’etichetta Mavic originale. Durante questa operazione mi accorgo a malincuore di un errore di valutazione. Quei cerchioni erano compatibili solo con copertoni tubolari. Nonostante la pessima impressione iniziale il negozio dove avevo acquistato i copertoni classici, me li ha ritirati restituendomi la somma pagata. Per ringraziarlo acquisto da lui i raggi mancanti. Il problema copertoni tubolari e collante per\u00f2 a quel punto era diventato un grattacapo. A quanto pare a Berlino non vanno molto di moda. Decathlon era l’unico negozio che aveva disponibili una coppia di copertoni tubolari della Vittoria, ma non aveva il collante necessario per poterli montare. Acquisto i copertoni e mi reco in quello che diventer\u00e0 poi il mio negozio preferito a Berlino: Steel Vintage Bikes. Li trovo il nastro per i tubolari. Un paio di sere dopo aver reperito gli ultimi pezzi, mi dedico di nuovo al mio restauro. Monto i raggi e centro le ruote che finalmente possono girare liberamente senza importunare il telaio a ogni rivoluzione. Lucido tutte le cromature, gratto via la ruggine dalla catena e installo leve, guaine e cavi nuovi dei freni. Qui sotto potete ammirare la metamorfosi di questo gioiellino della tecnica. Cosa manca a questo punto? Il restauro del cambio e la nastratura del manubrio. La seconda \u00e8 stata semplice e indolore mentre il restauro del cambio ha richiesto mesi e un po\u2019 di fortuna per essere completato. La Simplex \u00e8 una marca francese fallita molti anni fa e i ricambi sono introvabili. Questo problema non mi ha impedito di sfrecciare per le strade di Berlino. Ho rinunciato alla possibilit\u00e0 di selezionare i rapporti anteriori e ho temporaneamente convertito il deragliatore in un guida catena. La prima fase del mio restauro si \u00e8 dunque conclusa con l’incollaggio del deragliatore anteriore e la rinuncia di un pochino di confort. Le migliorie Con la bella stagione ho aumentato le distanze percorse e ho quindi deciso di risolvere gli ultimi acciacchi. Il tubo della sella era inchiodato dalla ruggine e non era possibile alzare il sellino. Su lunghe distanze, era diventato obbligatorio alzare la sella di un paio di centimetri, per evitarmi infiammazioni alle ginocchia. Dopo qualche tentativo casalingo fallito, mi rivolgo al mio negozio berlinese di fiducia Rad Welt in Mitte. Ho sempre apprezzato la loro professionalit\u00e0 e onest\u00e0. Dopo una breve spiegazione del problema, hanno guardato la mia bici e mi hanno consigliato di rivolgermi a una piccola scuola per aspiranti meccanici di biciclette. \u00c9 stata davvero una bella scoperta! BWK BildungsWerk in Kreuzberg GmbH era l’unico posto in Berlino che poteva permettersi di investire il tempo necessario per risolvere il problema ad un prezzo ragionevole. E cos\u00ec \u00e8 stato. Una mattina presto mi sono fatto trovare davanti al loro ingresso per spiegare il mio problema. Appena ho iniziato a parlare con il responsabile, sono stato subito circondato dagli studenti di questa scuola. Rispondendo alle loro domande ho spiegato il mio problema, ma hanno voluto sapere tutta la storia della mia bicicletta, ho cos\u00ec raccontato tutto quello che voi lettori vi siete subiti fin qui. Non so se fossero pi\u00f9 incuriositi dal problema, dai miei tentativi di parlare tedesco, dalla storia di questa bici o dal fatto che fossi in camicia, mocassino e pantalone chino. Sicuramente era una combinazione insolita, ma dopo l\u2019iniziale curiosit\u00e0, si sono subito appassionati alla questione. Il giorno dopo ho riportato solamente il telaio, senza ruote e componenti per semplificare il lavoro ai ragazzi e, grazie al loro impegno, due giorni dopo, il mio tubo della sella era pronto per poter scorrere nuovamente libero! Quando mi hanno chiamato, per avvisarmi che sarei potuto passare a ritirare il mio telaio, mi hanno anche avvisato che il loro responsabile, appassionato dal mio racconto aveva deciso di regalarmi il deragliatore Simplex che avevo cercato di riparare in vano. 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